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Il romanzo d’anima – gran diario poetico – che Alberto ci ha donato in
lettura, eccelle, s’addentra così a raccontare le ombre non meno che le luci: e
non certo (non solo), ripetiamo, quelle del palcoscenico, ma le altre che tra
pause e ondeggiamenti, baluginii e improvvise illuminazioni, ci fioriscono o
sommuovono il cuore. Per tutto quello che siamo stati, avremmo forse voluto,
potuto essere, diventare, anzi meglio di no, perché siamo stati comunque bravi,
estroversi ma caparbi a diventare finalmente Noi Stessi, cioè a restare fedeli,
liberamente prigionieri del nostro proprio Io, con fatale e doverosa
“Consapevolezza”.

Plinio Perilli